La Dermatite Seborroica è una malattia infiammatoria della pelle che colpisce le aree particolarmente ricche di ghiandole sebacee, come l’attaccatura dei capelli, il cuoio capelluto, le sopracciglia, i lati del naso, le pieghe dietro le orecchie e, negli uomini, il torace. In casi più rari può comparire anche sotto le ascelle, all’inguine, sulle mammelle e nella piega tra i glutei.
Le aree cutanee colpite dalla patologia si presentano rosse, desquamate e in alcuni casi si verifica la formazione di croste di color giallo, coperte da una patina oleosa.
Le lesioni sono molto spesso pruriginose, perciò il paziente è tentato di grattarsi, peggiorando la situazione.
Quando le lesioni interessano il cuoio capelluto risulta complicato individuarle, essendo nascoste sotto i capelli. La presenza abbondante di forfora può comunque essere un segno evidente della malattia.
La pelle colpita da dermatite seborroica tende ad arrossarsi e presenta squame giallastre secche o untuose e, in alcune occasioni, piccole croste.
Nella maggior parte dei casi si ha prurito anche molto intenso. Sul cuoio capelluto può inoltre comparire forfora difficile da eliminare.
Nelle aree cutanee interessate dalla malattia si riscontra un’alterazione del sebo, la secrezione grassa delle ghiandole sebacee, che ha la funzione di ammorbidire e di difendere l’epidermide dall’aggressione degli agenti esterni. Tale sostanza viene prodotta in eccesso, favorendo la proliferazione di un microscopico fungo, il Pityrosporum ovale, chiamato anche “Malassezia furfur”, che si nutre appunto del sebo. Risultando ipernutrito, il Pityrosporum ovale cresce a sua volta in eccesso, determinando l’arrossamento e l’infiammazione tipici della dermatite seborroica.
La desquamazione avviene perché in alcune aree della pelle si verifica una produzione di cellule molto accelerata. Il naturale processo di rinnovamento degli strati superficiali dell’epidermide, che solitamente avviene in modo impercettibile e costante, risulta così alterato.
A causa del prurito, la persona colpita tende, inoltre, a grattarsi, stimolando un’ulteriore produzione di sebo e peggiorando la situazione e creando un circolo vizioso.
Le cure sono moteplici sia in fase di "attacco" che in fase di mantenimento. Tra queste i derivati antimicotici somministrati per via topica sembrano essere in grado di controllare la dermatosi senza effetti di rebound, altri farmaci usati sono i cortisonicici, seppur per brevi periodi, e topici antiinfiammatori come l'ossido di zinco.
Nelle forme gravi possono essere usati antimicotici per via generale e opportuni cicli con zinco solfato. Importante è la fase cosmetica che deve essere guidata anch'essa dal dermatologo.
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